\paperw4260 \margr0\margl0 \plain \fs20 \pard\tx1185\tx1905\tx2625\tx3345\tx4065\tx4785\tx5505\tx6225\tx6945\tx7665\tx8385\tx9105\tx9825\tx10545\tx11265\tx11985\ATXts240\ATXbrdr0 \f1 \fs24 Al giorno dÆoggi la struttura ippodamea ed il porto di Mileto si percepiscono appena nella vasta piana sabbiosa, creata dal terriccio alluvionale depositato nei secoli dal fiume Meandro. Un tempo si entrava nellÆagorα del Porto attraverso una monumen
tale porta con colonne corinzie su due ordini, trasportata allÆinizio del nostro secolo a Berlino dove venne ricostruita nel Pergamon Museum.\par
Dagli ultimi gradini del teatro ellenistico- romano si possono scorgere i resti del Porto dei Leoni e del D
elphinion, il tempio dedicato ad Apollo dal quale partiva la Via Sacra che da Mileto proseguiva per dodici chilometri fino al grande santuario di Apollo a \b \cf4 \ATXht1151 Didyma\b0 \cf0 \ATXht0 .\par
La maggior parte degli edifici - i ginnasi, le pal
estre, il \i bouleuterion\i0 e le terme - risalgono allÆepoca ellenistica, quando Alessandro Magno liber≥ la cittα dai Persiani, e al periodo romano, quando Mileto rinacque come grande centro commerciale dellÆAsia Minore.\par
NellÆ XI secolo la cittα v
enne occupata dai Crociati che vi costruirono la fortezza del \i Castro\i0 \i Palatium\i0 , che poi divenne emporio selgiuchide con il nome di \i Balat\i0 . Il progressivo insabbiamento del porto, al quale tentarono di porre rimedio inutilmente i mercan
ti veneziani giunti nel XIV secolo per aprire una sede commerciale, determin≥ il definitivo declino della cittα e, un secolo pi∙ tardi, della grandiosa Mileto non rimasero che rovine.